Dopo il Covid-19 un nuovo mondo



L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) in data 11 marzo 2020 ha dichiarato, per la prima volta, che la già conosciuta epidemia da Covid-19, che provoca il cosiddetto Coronavirus, viene descritta come pandemia mondiale. Da quel giorno, dunque, la normalità che ha contraddistinto tutte le nostre vite, è cambiata radicalmente. A seguito del velocissimo contagio del virus, i capi di stato e di governo, di molte nazioni del mondo, per cercare di frenare il diffondersi del contagio, hanno dovuto affrettarsi a limitare alcune libertà fondamentali.

L’emergenza globale del Covid-19 ha messo, e continua tuttora a mettere, a dura prova tutto il sistema internazionale; ad oggi il mondo globalizzato che siamo abituati a conoscere sta cambiando. Il mondo di oggi, per quanto sia sicuramente globalizzato e interconnesso, potrebbe subire delle grosse ricadute, già evidenti in queste ultime settimane, nelle relazioni internazionali tra i vari paesi del mondo.

C’è da dire che già prima dell’esplosione della pandemia l’equilibrio mondiale era in una situazione precaria, basti pensare agli scontri economici che hanno riguardato Stati Uniti, Cina e Russia; tutto ciò fa pensare che lo scoppio di tale emergenza può essere la goccia che fa traboccare il vaso per quanto riguarda le relazioni a livello mondiale. [1]

All’interno del vecchio continente, l’Unione Europea (UE) si trova alle prese con la sfida più grande che abbia mai dovuto affrontare; tutto può cambiare, equilibri, alleanze, diritti e società, perché oggi più che mai la parola “Unione” sembra stonare in una Europa sempre più divisa e chiusa all’interno dei propri confini per far fronte a un male invisibile che sta facendo vacillare non solo le economie di molte nazioni ma anche anni di relazioni solide tra i vari paesi europei.

Per effetto della paura del contagio e della chiusura dei confini, per le possibili ricadute socioeconomiche della recessione, si potrebbe assistere a una possibile crescita del nazionalismo, come reazione all’insicurezza e alla paura; potrebbero inoltre indebolirsi le leadership nazionali, oggi impegnate nella lotta contro il virus, e facilitare non solo scelte di politica interna orientate al sovranismo e all’isolazionismo ma anche eventuali forme di deriva autoritaria, per rispondere alla paura e al desiderio di sicurezza crescenti o all’instabilità interna.

Diventa decisiva a questo punto la capacità con cui l’UE potrà reagire a livello economico, politico e sociale per cercare di sostenere i paesi più in difficoltà, stanziando enormi risorse.

L’UE è di fronte a un bivio, può decidere di avere un ruolo forte per le autorità pubbliche per superare gli effetti sociali, sanitari ed economici e sostenere il proprio rilancio a livello globale come grande potenza mondiale unita e forte, oppure più semplicemente, se i vari stati non riescono a raggiungere un accordo, può accartocciarsi su sè stessa con la crescita di egoismi e divisioni, come già successo durante le recenti crisi migratorie.

Tutto ciò d’altro canto potrebbe portare i paesi europei più in crisi a cercare sostegno anche al di fuori dell’Unione stessa, dando la possibilità a potenze straniere, da tempo interessate a introdursi nel campo europeo, di riuscire a condizionare le scelte politiche dei paesi europei sfruttando il periodo emergenziale prodotto dalla pandemia.

Per esempio Russia e Cuba hanno inviato, nelle scorse settimane, aiuti in risorse umane e dispositivi sanitari all’Italia, per sostenerla nella lotta alla diffusione del contagio. Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha inviato tramite l’esercito russo aiuti sanitari all’Italia domenica 22 marzo, attenendosi a quanto ordinato dal presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.

Sabato 21 marzo, il leader russo ha tenuto una conversazione telefonica con il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, e ha offerto alla penisola Italiana l’aiuto del proprio Paese. A tale colloquio è seguito quello dei rispettivi ministri della Difesa, Shoigu e Guerini, durante il quale la parte italiana ha confermato la prontezza ad accettare gli aiuti russi da domenica 22 marzo e ha poi espresso grande gratitudine. Con l’operazione militare di aiuti inviati nel nostro Paese per combattere l’emergenza Covid-19, la Russia, si inserisce nel solco della tradizione di superpotenza, che intende proseguire e allo stesso tempo riesce, per contrasto, a metter in evidenza la mancanza di solidarietà in seno all’Europa e agli Stati membri Nato da cui Roma non ha trovato facile sostegno.[2]

Oltre a quello russo, all’Italia è arrivato anche il sostegno di Cuba. Nello stesso weekend del 21 e 22 marzo, L’Avana ha inviato alla penisola 52 tra medici e infermieri diretti in Lombardia, la regione più colpita dal virus. Si tratta della prima volta in cui l’isola ha inviato un contingente sanitario al Paese europeo. Durante la pandemia, Cuba ha dispiegato un’operazione diplomatica medica, inviando forme di sostegno simili anche a Venezuela, Nicaragua, Jamaica, Suriname e Grenada. Alcuni medici cubani in partenza per l’Italia hanno rilasciato delle dichiarazioni dicendo che, nonostante tutti abbiano paura, hanno un dovere rivoluzionario da rispettare per il quale accantonare ogni timore. [3]

Ma non sono arrivati aiuti solo da Russia e Cuba, infatti in data 11 aprile 2020, il presidente degli Stati Uniti, ha annunciato tramite un memorandum presidenziale l’invio di Aiuti agli ospedali italiani, forniture tecnologiche e logistiche. E fra l’altro indica che i 30mila militari americani presenti nelle basi USA in Italia potranno essere mobilitati per ogni tipo di aiuto al Governo e alle Regioni italiane nella lotta al virus.[4]

Con questo atto ufficiale, la Casa Bianca ha annunciato di aver accolto la richiesta d’aiuto da parte dell’Italia. “La Repubblica Italiana – scrive in apertura il presidente degli Stati Uniti – uno degli alleati più stretti e di vecchia data, è stata devastata dalla pandemia di Covid-19, che ha già reclamato più di 18 mila vite, portato la maggior parte del sistema sanitario a un passo dal collasso, e minaccia di spingere l’economia italiana verso una profonda recessione”.

Il governo italiano, continua Trump nel documento, ha “chiesto l’aiuto degli Stati Uniti. Sebbene la prima e più importante responsabilità del governo degli Stati Uniti sia nei riguardi del popolo americano, andremo in aiuto dell’Italia per sconfiggere l’epidemia di Covid-19 e mitigare l’impatto della crisi, mostrando allo stesso tempo la leadership degli Usa davanti alle campagne di disinformazione cinese e russe, riducendo il rischio di una nuova infezione dall’Europa verso gli Stati Uniti”.

Trump promette di “rispondere all’urgente bisogno dell’Italia di equipaggiamento medico e forniture per combattere l’epidemia”, senza intaccare quelle “forniture necessarie” per affrontare l’emergenza interna agli Stati Uniti.[5]

Tuttavia c’è da dire che anche al di fuori dell’Europa la situazione di emergenza non è migliore, poiché anche le grandi potenze mondiali stanno facendo i conti con le conseguenze del Coronavirus. In primis la Cina, una delle economie più floride degli ultimi anni, dove tutta l’emergenza è cominciata, sta cercando timidamente di rialzare la testa e ritornare lentamente alla normalità, dopo mesi di lock-down che avranno sicuramente ripercussione profonde e pesanti per gli anni a venire. Attualmente la Cina è intenta, tramite misure di soft-power a cercare in qualche modo di rilanciare la propria reputazione internazionale, mettendo al servizio degli stati più in difficoltà le proprie tecnologie e le conoscenze del virus.

La Cina vuole scuotersi di dosso la nomea di Paese da cui è partito il contagio e scende in campo mostrando il suo lato più generoso: la “diplomazia delle mascherine”, come già viene soprannominata, che vede l’Italia tra i principali beneficiari, con l’obiettivo di recuperare in qualche modo spazi di azione, dopo mesi di crisi, rilanciare i propri interessi strategici soprattutto in campo tecnologico ed infine, tentare di uscire dall’angolo dopo i mesi duri del conflitto commerciale con gli USA.

Dall’altra parte del mondo, anche questi ultimi stanno facendo i conti con il propagarsi del virus, dopo l’iniziale posizione ambigua del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump nei confronti delle misure da adottare per frenare i contagi, oggi la situazione sembra essere molto grave con oltre 400 mila contagi e migliaia di vittime. [6]

Dichiarata l’emergenza nazionale il presidente ha annunciato misure economiche di grande impatto per arginarne le conseguenze, dato il rischio di una recessione economica. La Casa Bianca ha messo in campo per fronteggiare l’emergenza un importo complessivo di 2000 miliardi di dollari, quasi un decimo dell’intero Pil del Paese. Di questi, circa 500 milioni dovrebbero essere destinati a pagamenti diretti verso i cittadini americani, con assegni fino a 1200 euro a testa, in base al reddito, per gli adulti che guadagnano fino a 75 mila dollari, oltre ad un contributo alle famiglie fino a 3000 dollari. Altri 500 miliardi sarebbero dedicati all’emergenza liquidità per le imprese in crisi e a150 miliardi destinati agli ospedali.[7]

Incertezza e paura per gli effetti di questa pandemia potrebbero aggravare il clima di instabilità nei mercati nelle prossime settimane. Se anche gli USA, dopo la Cina, dovessero andare in affanno sarebbe un danno molto pesante per tutta l’economia mondiale.

L’atteggiamento che gli Usa decideranno di avere verso gli altri paesi sarà decisivo per i futuri dialoghi e le future alleanze in campo internazionale: sia verso Cina e Russia, ma anche verso gli altri stati europei.

Di sicuro tra gli effetti di natura geopolitica che l’emergenza potrebbe avere sono ipotizzabili anche un aumento della tensione e della competizione tra le grandi potenze e in particolare tra gli Usa e la Cina.

In questo contesto si sta muovendo anche la NATO con la creazione di una Task Force guidata dal Generale Wolters, in stretto dialogo con l’OMS, con lo scopo di fornire aiuti economici e sanitari. Nella conferenza stampa del 15 aprile 2020 il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg a seguito della riunione virtuale del Consiglio Nord Atlantico nella sessione dei ministri della Difesa ha dichiarato: “I ministri della Difesa della NATO hanno appena parlato in una riunione straordinaria sulla risposta al COVID-19.  Abbiamo esaminato la nostra risposta alla pandemia e abbiamo concordato i prossimi passi che devono essere attuati. Bisogna continuare a sostenersi a vicenda e a sostenere i nostri partner. COVID-19 rappresenta una sfida senza precedenti per le nostre nazioni, ha un profondo impatto sul nostro personale e sulle nostre economie, sta imponendo shock storici al sistema internazionale, che potrebbe avere conseguenze a lungo termine. La crisi ha dimostrato che le nostre nazioni sono resistenti e unite. I nostri militari stanno già svolgendo un ruolo chiave a sostegno degli sforzi civili nazionali e tramite i meccanismi della NATO, gli alleati sono riusciti a salvare delle vite.[8]

Paradossalmente si potrebbe dire che questo periodo di emergenza sanitaria, potrebbe essere il trampolino di lancio per dare una ripresa dell’economia per paesi che anche prima di questa emergenza attraversavano un periodo di crisi.

Questo potrebbe essere una particolare anno zero per l’economia, portando dei vantaggi nel medio e lungo periodo a quegli stati che saranno in grado di attuare le migliori politiche economiche, e sapranno districarsi nelle nuove maglie della geopolitica, che sicuramente verranno a crearsi nei prossimi mesi.

Salvatore Cirà

 

[1]   https://europaatlantica.it/focus-geopolitico/atlantico/2020/03/i-riflessi-geopolitici-della-crisi-globale-del-coronavirus-che-ruolo-per-la-nato/

[2]   https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/03/22/coronavirus-russia-cuba-inviato-aiuti-allitalia/

[3]   https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/03/23/news/i-medici-cubani-a-milano-resteremo-finche-il-coronavirus-non-sara-stato-sconfitto-1.38624964

[4]   https://www.repubblica.it/esteri/2020/04/11/news/l_ordine_esecutivo_di_trump_per_l_italia_contro_il_coronavirus_mobilitiamo_anche_i_nosri_30_mila_soldati_-253733750/

[5]   https://www.agi.it/estero/news/2020-04-11/coronavirus-aiuti-usa-itali-8308165/

[6]   https://coronavirus.jhu.edu/map.html

[7]   https://www.repubblica.it/economia/2020/03/25/news/coronavirus_confronto_paesi-252269963/

[8]   https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_175087.htm

 

Sitografia:

https://europaatlantica.it/focus-geopolitico/atlantico/2020/03/i-riflessi-geopolitici-della-crisi-globale-del-coronavirus-che-ruolo-per-la-nato/

https://coronavirus.jhu.edu/map.html

https://www.repubblica.it/economia/2020/03/25/news/coronavirus_confronto_paesi-252269963/

 https://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_175087.htm

https://www.agi.it/estero/news/2020-04-11/coronavirus-aiuti-usa-itali-8308165/ 

https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/03/22/coronavirus-russia-cuba-inviato-aiuti-allitalia/

https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/03/23/news/i-medici-cubani-a-milano-resteremo-finche-il-coronavirus-non-sara-stato-sconfitto-1.38624964

https://www.repubblica.it/esteri/2020/04/11/news/l_ordine_esecutivo_di_trump_per_l_italia_contro_il_coronavirus_mobilitiamo_anche_i_nosri_30_mila_soldati_-253733750/

 

 

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