1954: quando gli americani volevano invadere l’Italia



Italia 1954. Il paese uscito devastato nove anni prima dalla seconda guerra mondiale, si ritrova all’inizio di quello che verrà ricordato come il “boom economico”, grazie anche ai 1,500 milioni di dollari di fondi per la ricrescita economica stabiliti dal Piano Marshall. Al governo troviamo la Democrazia Cristiana col governo Pella, il primo governo tecnico, succedutosi a De Gasperi, nel pieno della crisi politica della II legislatura. A sinistra i socialisti di Pietro Nenni e il più potente PCI di Palmiro Togliatti mettono in allarme la stabilità del governo e del paese, e nelle elezioni  del 1953 si piazzano in Parlamento come la seconda forza politica.

Siamo nei primi anni della Guerra Fredda. A Berlino il muro non è ancora stato costruito, Cuba è ancora in mano a Fulgencio Batista e la rivoluzione cubana è ancora lontana. Stalin è morto e al suo posto Nikita Kruscev alza la posta in gioco. L’Italia al centro dello scacchiere mediterraneo ed europeo è il terreno di prova e di scontro per quella che qualche anno dopo, alcuni “studiosi” durante un convegno definiranno come Guerra non ortodossa.

Ad est il Territorio Libero di Trieste, ovvero uno Stato Cuscinetto diviso in due tra angloamericani a nord e iugoslavi a sud, ritorna in parte all’Italia. Si, in parte, perche la Zona B, ovvero quella dell’Istria rimane alla Iugoslavia, la quale bencoperta dall’Unione Sovietica minaccia un imminente invasione militare.

Gli americani sono fibrillanti. L’Italia, il paese da loro liberato dieci anni prima, questa neonata e fragile repubblica che non ha per niente abbandonato il suo buio passato e  anzi pullula di ex nazifascisti, di spie e di oscure Brigate partigiane come la Osoppo in Friuli, che poi diverrà Gladio, rischia di essereattaccata dal male contagioso del comunismo da più fronti: ora interno, ora esterno. I rischi di un’invasione comunista da est, o ancora peggio, di una rivoluzione intestina e di un successivo colpo di stato dei comunisti nel paese, diventano così possibili e reali.

A Roma, l’affascinante commediografa ed ambasciatrice americana Claire Boothe Luce trasmette in patria che a breve ci sarà una crisi politica e il governo De Gasperi non avrà vita lunga. Nella gravità delle circostanze e del rischio di un drastico cambiamento politico in Italia, i capi di stato maggiore del gabinetto del Presidente Eisenhower pianificano un invasione militare su vasta scala,dapprima per fermare il possibile e conseguente intervento militare sovietico/iugoslavo una volta mutato il governo nel paese, infine per contrastare ad ogni costo, la presa di potere del PCI.

I capi di stato maggiore americani organizzano tutto in modo impeccabile. Le aree per uno sbarco aeronavale vengono circoscritte in Calabria e in Sicilia per farne una testa di pontecontro il nemico; quelle per la possibile resistenza armata invece nel Triveneto, dove vi è la più alta concentrazione di truppe alleate e dove – nello specifico la zona di Gorizia –  sarebbe stata la porta d’ingresso per un invasione da est.Gli analisti militari americani calcolano addirittura anche il numero potenziale dei civili italiani che sarebbero morti in seguito ai bombardamenti atomici.

Eisenhower però si oppone drasticamente ai suoi consiglieri, ritenendo pericolosa e azzardata una invasione militare, optando però di intervenire economicamente in aiuto del partito di stato: la Democrazia cristiana.

E così i milioni di dollari versati tra il 1948 e il 1991 alle casse del partito cattolico e la spregiudicata propaganda anticomunista perpetrata nei decenni della Guerra Fredda consentirono sia in quell’occasione (Pella succederà a De Gasperi e poi vi sarà Fanfani), quanto in quasi tutte le tornate elettorali della Prima Repubblica, di essere sempre e per sempre il “male necessario” alla salvaguardia del paese, quel limite invalicabile e quel tabù sociale ricco di misteri e segreti che ne hanno fatto la caratteristica di tutte le vicende di questi lunghi, tristi, incredibili e sconvolgenti anni, che solo la storia ha potuto (in parte) superare.

L’incredibile piano di invasione dell’Italia viene così accantonato immediatamente (ma non del tutto),posto nel cassetto dei segreti di stato e rivelato pubblicamente solo qualche anno fa da un ex agente della Cia Frank Wyatt.

E proprio la Cia stessa in breve tempo si rifà con un altro piano, questa volta riuscito con “ottimali risultati”: l’operazione PBSUCCESS in Guatemala. Ma questa è un’altra storia.

Emanuele Pipitone

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