Corruzione: La minaccia fantasma – Episodio I 1


La corruzione: cause di un fenomeno dilagante | Salvis JuribusCiclicamente in Italia il tema della corruzione invade, a ragione, il dibattito pubblico, garantendosi una cospicua dose di meritata attenzione mediatica. Gli inneschi di tali circostanze sono rappresentati spesso da fatti di cronaca, che vedono protagonisti ora politici, ora imprenditori, ora dipendenti pubblici, per poi tornare in secondo piano e, successivamente, ripresentarsi in occasione dell’approssimarsi delle elezioni politiche, momenti in cui non di rado vari partiti ed esponenti promettono di finanziare parte dei propri programmi elettorali attraverso, l’ormai quasi leggendaria, lotta alla corruzione.

Promesse sistematicamente infrante.

Questo dichiarato conflitto tra la Repubblica ed il suo corrosivo avversario ha radici profonde, che attecchiscono sulla cultura nazionale, nutrendosi durante congiunture economiche sfavorevoli. Come individui ne sentiamo parlare dacché abbiamo memoria, come specie ce ne lamentiamo dai tempi antichi: già nel V secolo A.C., Pericle –secondo Plutarco e Aristofane- cercava di ingraziarsi le simpatie del popolo e di chi ricopriva cariche pubbliche tramite scambio di denaro per garantirsi voti e, così, stabilità politica (1).

Fortunatamente non è necessario iniziare la nostra analisi da tempi tanto remoti, basti tenere a mente che se tale problema vessa la cosa pubblica da così tanto tempo, è perché essa rappresenta una sorta di “minaccia fantasma” (2): tutti sanno che esiste, pochi sanno come debellarla -quasi- definitivamente e chi lo sa lo ritiene un’utopia.
Il professor Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dal 2017, nel suo libro “I sette peccati capitali dell’economia italiana” vede la corruzione come il “peccato” di più difficile approccio e studio, per via della sua natura “discreta”.

Il primo ostacolo nell’analisi del fenomeno è infatti rappresentato dalla spontaneità dei rapporti corruttivi, i cui attori –corruttore da un lato e corrotto dall’altro- hanno quasi sempre mutuo interesse nel non far trapelare l’esistenza di tale rapporto e, men che meno, della c.d. “mazzetta” sottostante. La corruzione è peraltro legata a doppio filo con altri elementi insalubri per la nostra economia e, più in generale, per il “Sistema Paese”.

Secondo Cottarelli si è venuto a creare un circolo vizioso in cui l’eccesso di burocrazia facilita l’insorgere di fenomeni corruttivi, peggiorando ulteriormente la propensione dei contribuenti a pagare le tasse (evasione fiscale), proprio perché non soddisfatti dall’inefficiente burocrazia.

Il direttore inserisce in questo effetto domino ulteriori pedine:
– Il controllo amministrativo necessario per prevenire e punire gli episodi di corruzione comporta un fisiologico aumento della burocrazia;
– Minori risorse si tradurranno in minori investimenti – tra le altre cose – nell’assistenza infantile e sui giovani, costretti a lasciare il paese che, di riflesso, crescerà meno, sarà più povero e, così, ancora più esposto alla corruzione. (3)

L'ambasciata Usa su Tangentopoli: “Tra i protagonisti un pupazzo  manovrabile da noi” - La Stampa

Casi emblematici di corruzione in Italia
Quando si parla di corruzione in Italia, è impossibile non accennare al processo più emblematico in materia a livello nazionale: Tangentopoli.
Milano, 1992: un giovane magistrato, Antonio Di Pietro, fa arrestare Mario Chiesa, un imprenditore, per l’indebita percezione di lire 7 milioni a fronte della concessione di un appalto ad una ditta di pulizie. Questo fu l’incipit di una serie di processi i cui effetti si trascinarono fino alle porte del nuovo millennio ed alla fine del quale si ebbero:
– 25.400 avvisi di garanzia;
– 4.520 indagati;
– 1.300 tra condanne e patteggiamenti. (4)
– 10.000 miliardi di lire come costo stimato delle tangenti per i cittadini.

Esso rappresentò uno spartiacque per le dimensioni, le modalità e la percezione del fenomeno corruttivo nel paese.
Se prima la corruzione era gestita centralmente dai partiti, ora risulta essere più frammentata e decentrata, meno “istituzionalizzata”.

Stando ad un rapporto del 2007 della Transparency International –menzionato nel citato libro- il costo delle opere pubbliche dopo Tangentopoli crollò: il preventivo per la costruzione della metropolitana di Milano, per esempio, calò di 253 miliardi di lire, passando dai 350 miliardi stimati nel 1991 ai 97 infine impiegati nel 1995.
L’originaria stima per la realizzazione dell’aeroporto di Malpensa era pari a 4.200 miliardi di lire, ridottasi successivamente ad appena 1.990: il 52,62% in meno. (4)

Questi esempi sono fondamentali perché rappresentano una rara occasione per osservare il concreto impatto della corruzione sugli appalti pubblici. I fatti degli anni ’90 portarono ad una consapevolezza: era indispensabile e urgente l’istituzione di un ente deputato al contrasto della corruzione così, con il d.lgs. 150/2009, si istituì la “Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle pubbliche amministrazioni” (CIVIT), ma solo con il d.l. n. 90/2014 sorse l’“Autorità Nazionale Anti-Corruzione” (ANAC) -per come oggi la conosciamo-, che accorpò funzioni della CIVIT e dell’“Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di lavori, servizi e forniture” (AVCP), costituita nel 1994 ma poco incisiva.

Raffaele Cantone – l’allora Presidente ANAC dal 2014 – nel luglio del 2016 dovette constatare come i risultati derivanti dal lavoro svolto per il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) non fossero incoraggianti; neanche le segnalazioni tramite “whistleblowing” si rivelarono utili, se non occasionalmente; tali complicazioni vennero ascritte a ragioni culturali e nel 2017 si registrarono timidi segni di miglioramento.

I fascicoli relativi al solo whistleblowing passarono dai 183 del 2016, agli 873 del 2019 e ben il 47% di esse derivanti dal Sud: è necessario del tempo per cambiare la cultura nazionale. (5)

Misurare l’impatto della corruzione
Ormai sarà chiaro che non si tratta di un compito dalla semplice risoluzione. Le analisi basate sulla percezione della corruzione non sono tra le più affidabili ; non sempre facili da comparare, misurano solo alcune tipologie di corruzione e non colgono cambiamenti temporali significativi. Per questo si tende a preferire indicatori oggettivi, diretti ed indiretti, come le statistiche criminali o le statistiche giudiziarie, anche queste ultime tuttavia risultano solo parzialmente utili, in quanto non rappresentative del fenomeno, le cui reali dimensioni restano oscure e, anche queste, sono difficili da comparare con altri Paesi.

Esiste una vasta gamma di indicatori, tecniche ed organizzazioni volte alla misurazione della corruzione, ma ciò che interessa maggiormente è il suo impatto sull’economia.
1. “La corruzione ci costa 60 miliardi!” (falso)
La natura sommersa del fenomeno ci obbliga a diffidare di chi sentenzi cifre precise per sensazionalismo giornalistico, nel 2009 una relazione della Corte dei Conti affermò che la corruzione poteva

“…incidere sullo sviluppo economico del Paese anche oltre le stime effettuate dal SAet […] nella misura prossima a 50/60 miliardi annui”

ma lo stesso SAet (Servizio anticorruzione e trasparenza) appena tre mesi prima ritenne tali cifre prive di modello scientifico ed opinabili. (3)

L’ong Rand, think tank californiano, ha più recentemente stimato per l’Italia in 237 miliardi di euro la perdita di ricchezza annua cagionata dal sistema corruttivo, pari cioè al 13% del Pil, questi livelli sembrano più affidabili di quelli precedentemente citati, ma restano difficili da verificare per i motivi già accennati. (6)

Il costo della corruzione è da individuare nell’impatto del fenomeno sulla crescita economica del Paese.
Stime della Banca mondiale indicano come la corruzione riduca il tasso di crescita della nostra economia per un valore compreso tra lo 0,5 e l’1,0 punti percentuali annui.

Sempre la Banca mondiale sostiene che vengano pagati in tangenti circa 1.000 miliardi di dollari l’anno, pari al 3% del Pil globale (È da questa stima che sarebbe derivata l’ipotesi che la corruzione incida per 50-60 miliardi di € l’anno per l’Italia al 2009, per questo viene considerata un’affermazione priva di fondamento e troppo approssimativa). Da un punto di vista analitico non è semplice identificare un nesso causale tra corruzione e limitata crescita, ossia non si capisce ancora se sia un’economia meno florida a rendere più frequente la corruzione o se, al contrario, sia la corruzione a rendere meno florida l’economia.

Quel che sappiamo è che una correlazione c’è, essa ostacola la libera concorrenza, danneggiando le imprese sane e preferendo realtà aziendali che, in quanto meno efficienti, saranno meno attraenti per i capitali tanto nazionali quanto stranieri, producendo beni e servizi il cui costo, come visto in precedenza, sarà raddoppiato per la collettività rispetto a quanto sarebbe stato lecito aspettarsi.

Corruzione è altresì l’elargizione di posti di lavoro indebitamente richiesti, fenomeno che l’ANAC definisce “smaterializzazione della tangente”, un aspetto che danneggia la qualità delle risorse umane assunte nella pubblica amministrazione, indebolendola ulteriormente. Quale che sia la cifra “esatta”, si tratta di livelli spaventosi di inefficienza allocativa.

Highlights rapporto ANAC 2016-2019
Il rapporto ANAC del triennio 2016-19 apporta un ausilio non indifferente per comprendere le dinamiche nazionali legate agli episodi di corruzione, salta subito all’occhio che il primo posto spetti alla Sicilia –che da sola eguaglia le regioni del nord- con i suoi 28 casi di corruzione accertati. Il 74% degli episodi concernono appalti pubblici, il restante 26% una miscellanea tra concessioni edilizie, concorsi, procedimenti amministrativi eccetera.

Il settore più colpito è quello dei lavori pubblici (40%), seguito dai rifiuti (22%), seguono sanità, decoro urbano e via via altri settori più marginali. Tra gli indagati, in prevalenza, dirigenti, funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione, ma anche sindaci, assessori, commissari e così proseguendo, la prevalenza dei fenomeni corruttivi ha luogo nei Comuni e nelle società partecipate.

Conclusione
L’ANAC si è dimostrata utile in questi anni e auspica un rafforzamento della prevenzione che sia complementare alla repressione, così da orientarsi verso lo sfoltimento dei fattori di rischio insiti, in primis, nella natura umana -attraverso meccanismi quali la rotazione degli incarichi ed il whistleblowing.

Tuttavia sappiamo che la corruzione, al pari di altri fenomeni criminali, si consolida in casi di crisi economica ed è tristemente noto come l’attuale emergenza pandemica abbia sferzato un colpo poderoso al nostro Paese, sapremo solo con il rapporto del prossimo triennio (2020-2023) quanto aspro potrà essere il peggioramento, del quale già ora abbiamo chiari alcuni effetti, come la perdita dei posti di lavoro e dell’annessa capacità produttiva.

Viviamo un periodo di estrema fragilità economica, umana ed istituzionale, ed è proprio in questo contesto che si rende ancor più indispensabile l’utilizzo accorto e strategico delle risorse riservate all’Italia nel PNRR da 200 miliardi, tesoretto che fungerà da calamita per episodi di corruzione: scenario che dobbiamo tassativamente prevenire. (7)

A cura di Manfredi Cinà 
Dott. in Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale

Bibliografia
1. 24ilmagazine.ilsole24ore.com. [Online] 30 10 2018. https://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2018/10/la-lotta-politica-a-colpi-di-onesta/.
2. Wikipedia. Star Wars: Episode I – The Phantom Menace. [Online] Lucasfilm, 1999. https://it.wikipedia.org/wiki/Star_Wars:_Episodio_I_-_La_minaccia_fantasma.
3. Cottarelli, Carlo. I sette peccati dell’economia italiana. s.l. : Feltrinelli, 2016.
4. www.rainews.it. Mani pulite 25 anni dopo: i volti, i fatti, i numeri. [Online] 17 2 2017. https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Tangentopoli-Mani-Pulite-25-anni-dopo-volti-fatti-numeri-b8f11d5c-4726-4355-8311-85c28b7c4620.html#foto-1.
5. Anticorruzione, Autorità Nazionale. La corruzione in Italia; Numeri, luoghi e contropartite del malaffare. 2020.
6. www.ilfattoquotidiano.it. [Online] 28 2 2021. https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/28/la-corruzione-ci-costa-almeno-237-miliardi-allanno-ecco-come-invertire-la-rotta/6111944/.
7. http://www.imesi.org. [Online] 17 3 2021. http://www.imesi.org/2021/03/17/4434-rapporto-svimez-2020-recovery-plan-e-la-riduzione-del-gap-nord-sud/.

Indice di Percezione della Corruzione: l'Italia perde una posizione |  Panorama della Sanità


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