#RadioAut- L’opinionismo: l’arte dell’inutilità.



Questa volta credo sia necessario riflettere su un tema molto importante, perché legato, nell’immaginario comune, alla così detta libertà di espressione o di opinione: l’opinionismo.

Oggi, grazie ad alcuni strumenti social come Facebook, ogni individuo pensa di avere la possibilità di commentare in tempo reale un qualsivoglia avvenimento, nel modo che ritiene più opportuno

(in realtà non è più così e per questo rimando al mio ultimo articolo sulla censura da parte di queste grosse multinazionali dei social network)

Questa possibilità ha senz’altro degli aspetti positivi perché, in teoria, garantisce il pluralismo dei punti di vista e delle analisi sugli avvenimenti più importanti.
Questo strumento ha, però, anche prodotto dei fenomeni, a mio avviso, decisamente negativi: molte persone hanno infatti sostituito l’azione reale con l’opinione virtuale.

La vita, fatta di comunicazione reale tra le persone, è stata rapidamente sostituita dalla depressiva e individualista attività virtuale, che ormai caratterizza la quasi totalità delle ore che scandiscono il passare delle giornate.

Cosa ancora più grave, l’istantaneità di cui è dotata questo tipo di comunicazione, ha devastato il piacere dell’approfondimento.
Ma, effetto più grave in assoluto, ha convinto i molti che tutte le “opinioni” abbiano lo stesso valore o capacità di incidere sulla realtà. Tutto ciò è quantomeno assurdo.

Ebbene, fatta questa premessa, voglio utilizzare un recentissimo ed importantissimo episodio di rinascita collettiva a livello globale per ricordare al popolo dei social quanto inutile, stupido e dannoso sia il loro opinionismo da tastiera.

Lo scorso venerdì 27 settembre in tutte le piazze del mondo, rispondendo alla chiamata di Fridays For Future e all’appello di Greta Thunberg, diversi milioni di persone a tutte le latitudini sono scese in piazza, in occasione del terzo Global Strike for Climate.
L’obiettivo di questi scioperi globali è quello di gridare ai governi di tutto il mondo che l’umanità corre il serio pericolo di non avere più le risorse necessarie alla propria sopravvivenza, se non si trasforma immediatamente l’attuale sistema economico: il capitalismo.

Nulla di più giusto e necessario: il sistema capitalista, mosso esclusivamente da logiche di profitto, sta distruggendo il pianeta.
Non voglio qui concentrarmi su quanto sbagliato sia questo sistema, né su quante disuguaglianze crei o altro (non mancherà occasione per farlo).
Ma non ho dubbi quando dico che combattere il capitalismo è una necessità improrogabile.

Davanti ad eventi di questa portata, ovviamente, non tardano ad arrivare i soliti idioti, i quali non vedono l’ora di gettarsi nel cretinismo della critica sterile.
L’unica funzione che hanno è quella di giocare a trovare le contraddizioni interne a questi momenti di portata gigantesca, solo per motivare la loro non adesione agli stessi, spesso figlia del loro scarso valore come uomini e donne.
Non perdono tempo a puntare il dito contro chi partecipa (per lo più giovani studenti), solo perché fumano sigarette, usano i motorini, mangiano al Mc Donald o altre banalità di cui gli stessi accusatori sono protagonisti.
La differenza tra questi accusatori e gli accusati, però, è che i primi parlano dal divano di casa propria, gli altri almeno decidono di fare qualcosa davvero, mettendo a disposizione di una nobile causa il proprio tempo, la propria energia e i propri corpi, in sinergia con tutti gli altri che con loro lottano concretamente.

Questi saggi da tastiera hanno anche tanti consigli da elargire su come sia meglio fare le cose, quale protesta sia più giusta etc.
Guai a fare davvero le cose che si dicono però, l’importante è criticare quel che fanno gli altri.

Ora, è chiaro che dentro ogni mobilitazione sociale, soprattutto di questa portata, si rilevino svariate contraddizioni ed è proprio su quelle che bisogna lavorare senza sosta: è lì che sta il bello per chi ha voglia di migliorare davvero le cose.
Per farlo, purtroppo per loro, è necessario starci dentro.

Il mondo ha bisogno di cambiamenti radicali e ne ha bisogno adesso.

È nostro obbligo prendere in mano le redini di questi cambiamenti ed a questi signori dell’egocentrismo social, utili solo a sparare stronzate, chiediamo la cortesia di risparmiarci le loro inutili opinioni.
L’opinione di chi non agisce non è mai servita a nulla e non comincerà adesso a determinare qualcosa.

Chi giudica dall’alto del proprio immobilismo rappresenta il peggio di questa società.

Per concludere ricordiamo una frase del celebre scrittore Paulo Coelho: “Il mondo cambia con il tuo esempio, non con le tue opinioni”.

Torneremo a parlarne, per oggi passo e chiudo.

Federico Guzzo

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