Cooperazione o Strategia: Unione Europea, NATO e terrorismo


Secondo l’autore dell’articolo, è possibile identificare quattro scenari futuri.

Il primo, riguarda la graduale dissoluzione dell’integrazione europea, dati i limiti imposti dal Trattato di Lisbona riguardanti la sovranità degli stati membri. L’UE non è una federazione, il che significa che ogni Stato continua a mantenere il monopolio della forza, delle libertà di manovra in materia di politica economica, una propria identità culturale, e dei propri interessi. Questo renderebbe ancora più difficile la creazione di una politica di difesa e sicurezza comune. Di conseguenza, potrebbe crearsi un blocco europeo pro-Stati Uniti, comportando un ritorno al passato: la creazione di Stati “satelliti” all’interno dell’UE.

Un secondo scenario sarebbe quello attuale: un lento progresso della politica di sicurezza e difesa europea, che però proprio a causa della mancata evoluzione potrebbe disattendere le aspettative della Strategia Globale.

Un terzo scenario sarebbe quello in cui sono stati compiuti progressi significativi, grazie allo sviluppo della cooperazione strutturata permanente (prevista dall’art. 42 del Trattato di Lisbona), e/o del Battle Group.

Ciò comporterebbe lo sviluppo di capacità di difesa in maniera intensiva mediante lo sviluppo di contributi nazionali e la loro partecipazione a forze multinazionali, ai principali programmi europei di equipaggiamento e all’attività dell’Agenzia europea di difesa nel settore dello sviluppo delle capacità di difesa, della ricerca, dell’acquisizione e degli armamenti. Di conseguenza, l’UE sarebbe in grado di essere autonoma dagli Stati Uniti ma quasi un “doppione” della NATO. Lo scenario finale vedrebbe l’UE che sviluppa una propria forza regionale in risposta alla Brexit e all’elezione del Presidente Trump: approfittare della negligenza del programma americano nel Mediterraneo e verso i vicini del sud e orientali dell’UE per riuscire a diventare autonomi.

L’auspicio dell’autore, che coincide con l’ultimo scenario, è quello di un programma in cui l’UE resta indipendente dagli Stati Uniti, sfruttando le circostanze attuali, per ristabilire anche dei rapporti con la Russia, sviluppare le proprie capacità e quindi somigliare sempre di più alla NATO, integrando inizialmente la politica di sicurezza e difesa all’Alleanza, per poi assumere, passo dopo passo, il comando delle principali agenzie di quest’ultima. Jolyon Howorth parla di “NATO-europeizzata”, in modo da “isolare” sempre di più Washington dalle questioni che per ragioni geo-politiche sono più vicine all’UE, come per esempio la stabilità sul fianco Est e Sud dopo lo sviluppo dello Stato Islamico, e la minaccia terroristica. 

Come già accennato, anche la NATO dopo il crollo del muro di Berlino ha iniziato una lenta fase di ristrutturazione interna, di adattamento, ulteriormente intensificata negli ultimi anni. Secondo Karl-Heinz Kamp, Presidente dell’Accademia Federale per la politica di sicurezza di Berlino, l’Alleanza Atlantica deve continuare questo processo. Nel suo articolo “Why NATO needs a new Strategic concept”,  uno dei motivi principali che hanno reso la NATO un’alleanza di sicurezza ancora credibile, sta nelle sue capacità di adattamento davanti ai cambiamenti politici. Lo Strategic Concept è un documento che indica lo scopo, le caratteristiche e fornisce le linee guida sui programmi futuri dell’Alleanza.

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