Arte e Potere: il Mecenatismo da Lorenzo il Magnifico a Solomon Guggenheim



Esiste un legame indissolubile tra Arte e potere. L’Arte, infatti, in quanto espressione della fantasia e del genio umano, è la più diretta ed efficace rappresentazione di esso. “Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima”, diceva George Bernard Shaw.

Fatta questa prima considerazione non si può non prendere atto del fatto che il Potere, quello politico in particolare, ha un legame ambiguo con la manifestazione artistica: ne ha bisogno, da un lato, per meglio comprendere l’animo umano, per poterne comprendere gli slanci e, si sa, se si comprende qualcosa, è più facile mantenerne il controllo; ne ha bisogno, perché, se cautamente e sapientemente utilizzato, lo strumento artistico può divenire uno dei più potenti mezzi di propaganda: esso, infatti, ha un impatto emotivo notevole ed è proprio sulle emozioni che, tendenzialmente, il Potere investe per attecchire perché le emozioni e la loro esasperazione sono un terreno assai fertile. Al tempo stesso, tuttavia, il Potere guarda all’Arte con timore: proprio il fattore emotivo, sua fondamentale caratteristica, che potrebbe costituire l’arma di controllo perfetta, può anche essere, infatti, la principale causa di ribellione a qualsivoglia forma di controllo. Se infatti il potere non è in grado di esercitare la propria influenza, ciò che sfugge alla sua influenza con ogni probabilità gli si ritorcerà contro. L’animo umano, e quello dell’artista in particolare, contiene in sé il seme della ribellione e lo rappresenta, rafforzandolo e, alle volte trasformandolo, in materia: di qui il ruolo fondamentale che l’arte assume nella società, in quanto strumento di diffusione e veicolazione immediata dei più disparati ideali. Concordo a tal proposito con June Wayne, artista, collezionista e tanto appassionata d’Arte da dedicare ad essa la sua intera esistenza, quando diceva che le arti sono le foreste pluviali della società: “producono l’ossigeno della libertà, e sono il primo sistema d’allarme a scattare quando la libertà è in pericolo”. Per questo motivo, nel corso della storia, il potere politico si è ritrovato più volte a dover far fronte alle minacce scaturenti dal pensiero artistico e a volerlo assoggettare alla propria volontà e al proprio controllo. A metodi sicuramente più invasivi e restrittivi, come la censura, si sono affiancati nel corso della storia espedienti meno estremi, maggiormente improntati alla liberalità e al sostegno, più che al controllo. Il termine sostegno è da ricondursi non tanto all’aspetto etico, alla morale disinteressata, quanto ad un sostegno di carattere economico.

Questo tipo di “finanziamento” esiste da tempo immemore e passa sotto il nome di Mecenatismo.

Il termine utilizzato deriva da un personaggio storico, Gaio Clinio Mecenate vissuto tra il 69 e l’8 a.C., grande amico e consigliere di Ottaviano Augusto. Uomo di grande spessore culturale e gusto artistico, egli visse in un’epoca storica di passaggio, quando Roma da Repubblica divenne Impero, e seppe sfruttare al meglio i propri interessi e la propria influenza per favorire l’ascesa e il prestigio di Augusto. Mecenate, infatti, comprese ben presto che l’Arte avrebbe avuto una fortissima influenza sull’opinione pubblica, purchè ovviamente incanalata nella giusta direzione. Egli dunque si circondò, nel corso della sua intera esistenza, di numerosi artisti dell’epoca, assicurando loro protezione, sostegno, ospitalità e sovvenzionamento economico; fondò persino un circolo intellettuale, che divenne il più celebre e meglio frequentato dell’Impero. Senza il suo intervento molti artisti passati alla storia non avrebbero probabilmente avuto alcuna possibilità di emergere, di pubblicare o mostrare le loro opere: consapevoli di questo, numerosi nomi noti della letteratura a lui contemporanea gli dedicarono le proprie opere.

 

 

La sua influenza fu tanta e tale che il suo nome è poi stato usato proprio per indicare questa forma di protezione nei confronti degli artisti, un sostegno di tipo economico, accompagnato da una discreta libertà nella produzione delle proprie opere. Non ci sono dubbi sul fatto che uno degli scopi di Mecenate fosse assicurarsi che le arti promuovessero ed esaltassero il nuovo assetto istituzionale di Roma, nonché la figura dell’Imperatore, ma bisogna altresì ammettere che questo supporto, sempre presente, non fu mai totalmente esplicito nelle varie opere, bensì abilmente e finemente velato, merito questo anche degli artisti e della loro classe e abilità compositiva.

 

 

L’epoca storica in cui il mecenatismo acquisì particolare rilevanza a livello politico fu senz’altro il Rinascimento. Il sistema politico delle signorie infatti, tutto incentrato attorno alla carismatica figura del signore, si reggeva sul prestigio della famiglia regnante. E quale miglior strumento di acquisizione di tale prestigio, se non la valorizzazione delle arti? Dai Gonzaga di Mantova, agli Este a Ferrara, fino ai Medici a Firenze, molte furono le famiglie che decisero di contendersi grandi talenti artistici al fine di acquisire notorietà e favorire nuove linee di ricerca espressiva. Molti monumenti ed opere artistiche italiane, non a caso, sono databili infatti attorno al XV secolo. Iniziatore di questa virtuosa reazione a catena, nonché uomo di grande spessore, ricordato come uno dei più celebri mecenati della storia, fu Lorenzo il Magnifico, della famiglia dei Medici. Lui stesso artista, in quanto poeta e scrittore (pensiamo alla Canzone di Bacco, epopea della giovinezza per eccellenza), fu intimo amico di nomi celebri nel panorama artistico ed intellettuale del suo tempo, tra i quali Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, alla cui Accademia Platonica assicurò supporto e protezione, Sandro Botticelli, che al cugino del Magnifico dedicò due delle sue più celebri opere, la Primavera e L’Adorazione dei Magi.

Grazie alla sua abilità e intelligenza, nonché al supporto di questi e molti altri artisti del tempo, egli riuscì a trasformare Firenze in uno dei centri culturali più potenti e ammirati del suo tempo, riuscendo altresì ad assumere un potere sempre maggiore e sempre più accentrato nelle proprie mani.

In questo momento storico, infatti, il mecenatismo si intreccia ancora con il potere politico nella sua accezione classica. Tocca, adesso, operare un repentino ma necessario salto temporale, che ci conduce a considerare il mecenatismo nella sua accezione moderna e contemporanea; ed è proprio attraverso il confronto tra due epoche tanto lontane e diverse che si manifesta l’essenza del rapporto tra Arte e Potere, nonché dell’evoluzione della natura di quest’ultimo.

Se dovessimo infatti chiamare in causa un mecenate moderno non potremmo non pensare al celebre Solomon Robert Guggenheim, che dà il nome ai musei di arte contemporanea sparsi per il mondo tra i più visitati ed amati per il calibro delle opere esposte. Anche Solomon, come Lorenzo, è un uomo di potere. Il suo potere, tuttavia, non deriva dal governo di uno Stato, bensì dai ricavi della Yukon Gold Company, fondata insieme ai fratelli, fulcro di un vero e proprio impero dell’industria estrattiva di oro e rame.

Il nuovo potere dunque è quello degli affari, dell’impresa, del denaro, che tuttavia Solomon abbandona per dedicarsi unicamente al collezionismo e alla Fondazione che porta il suo nome, creata proprio per valorizzare e supportare il talento artistico. Un mecenate a tempo pieno, dunque, fino alla morte, quando a lui subentrò la nipote Peggy.

Da queste due storie, simili e differenti allo stesso tempo, comprendiamo che la natura del potere non è immutabile, anzi il suo volto non è che il diretto riflesso dell’evoluzione della società, del suo funzionamento e dei valori che la contraddistinguono; l’Arte, d’altro canto, resta la diretta espressione dei più disparati slanci dell’animo umano, che evolvono anch’essi all’evolvere della società. Se questi due elementi mutano e si evolvono, il loro rapporto mantiene invece quelle caratteristiche già enunciate, una sorta di mutuo timore e reverenzialità, costanti in ogni epoca storica.

 

Alessia Girgenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *