Pasticcio all’italiana: come siamo diversi dalla Gran Bretagna!


Una lunga bandiera tricolore percorre le strade di Roma oggi 12 marzo 2011 durante la manifestazione "C DAY" per la difesa della costituzione. E' un'enorme onda verde bianca e rossa che si sta muovendo per le strade della capitale al ritmo di 'viva l'Italia' di Francesco De Gregori e 'Il cielo e' sempre piu' blu' di Rino Gaetano. Al corteo in difesa della Costituzione stanno partecipando migliaia di persone; ''la Costituzione non si tocca, la difenderemo con la lotta'', questo il grido che si e' levato piu' volte dal corteo dove Tricolori e frontespizi della Carta Costituzionale italiana vengono sventolati dai manifestanti. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Oggi si apre una crisi politico-istituzionale molto complicata, perchè complicato e bizantino è il sistema politico italiano. Renzi propone, e con lui il suo partito, che non si può andare al voto immediatamente in quanto serve aspettare la Consulta che giorno 24 Gennaio prossimo si pronuncerà sui rilievi di costituzionalità dell’Italicum; dopo, sarà necessario intervenire legislativamente sia per recepire gli eventuali rilievi della Corte Costituzionale sia per fare una legge elettorale del Senato quanto più omogenea possibile a quella della Camera dei Deputati. Il problema è che il Senato, come noto, per vincolo costituzionale, è eletto su base regionale, per cui non è possibile, come invece lo è per la Camera dei Deputati, introdurre un premio di maggioranza nazionale. Ciò vuol dire che, obtorto collo, si avranno sempre due leggi elettorali tra loro differenti senza possibilità di garantire, come avvenuto già nelle precedenti elezioni politiche, al Senato la stessa maggioranza della Camera dei Deputati. Per fare tutto ciò, Renzi ed il PD ritengono opportuno un Governo istituzionale o addirittura un Governo di larghe intese, cioè un Governo che coinvolga anche le opposizioni. Come al solito, siamo di fronte al solito pasticcio all’italiana. E ne spieghiamo i motivi. In primo luogo, occorre evidenziare che il Senato ha approvato, con un voto di fiducia, la legge di stabilità. Ciò vuol dire che una maggioranza ancora c’è ed è quella stessa maggioranza che fino ad oggi ha sostenuto il Governo Renzi.

Dire che occorre allargare la maggioranza e coinvolgere le opposizioni nella gestione di un Governo che faccia una nuova legge elettorale, è sbagliato: un conto è dare al Paese un Governo, un altro è fare una nuova legge elettorale col consenso di tutti. Il Governo del Paese lo deve esprimere l’attuale maggioranza, che al più potrebbe cambiare l’attuale Presidente del Consiglio con un’altra personalità politica; la riforma elettorale, recependo gli eventuali rilievi di costituzionalità della Consulta, la deve fare invece il Parlamento, anche con una maggioranza più ampia di quella governativa. Renzi, ancora una volta, dimentica che un conto è governare il Paese, un alto è invece quello di fare le riforme istituzionali ed elettorali: le regole del gioco, infatti, non le deve stabilire il Governo, che rappresenta sempre una sola parte politica, ma le deve fare il Parlamento. Renzi può anche dimettersi e andare a giocare alla play station; ciò non impedisce, tuttavia, al Partito Democratico, che è il partito di maggioranza relativa, di esprimere un nuovo Premier, senza cercare soluzioni pasticciate, tipicamente italiane, di Governi istituzionali o di responsabilità nazionale.

Un esempio è illuminante: quando il 23 Giugno Cameron perse il referendum sulla Brexit, nel Regno Unito non si è assolutamente o minimamente pensato ad un Governo di larghe intese e roba simile: il Partito Conservatore, che era ed è maggioranza, si è limitato semplicemente a cambiare Primo Ministro, sostituendo Cameron con la May. E con tutto il rispetto per il nostro referendum costituzionale, in Gran Bretagna il referendum aveva un significato ed un valore politico maggiore, in quanto si decidevano le sorti non solo del popolo inglese ma dell’intera Unione Europea. L’Italia dimostri, per una volta, di essere un Paese serio, politicamente maturo; abiuri i suoi bizantinismi politici ed eviti i soliti suoi pasticci. Prenda esempio dalla Gran Bretagna!

Dott. Rosario Fiore
Cultore di Diritto Pubblico Comparato Unipa
segretario Generale IMESI

Dott. Gabriele Messina
Ricercatore all’Università di Malta
Presidente IMESI

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